Murubutu, al secolo Alessio Mariani, nato a Reggio Emilia, si avvicina all’Hip Hop all’inizio degli anni ’90. Dapprima writer e breaker trova la propria vocazione nell’Mcing attraversando le varie fasi storiche del Rap in Italia. Fondatore della crew La Kattiveria, dal 2000 comincia lavorare con i propri soci ad un Rap di diversa concezione rispetto a quello più diffuso ora nel mainstream ora nell’underground. L’intento è fare del Rap un mezzo espressivo per trasmettere contenuti di ordine culturale. Il risultato è un nuovo sottogenere musicale: il Rap Didattico, concretizzato nel 2006 dall’uscita dell’album Dove vola l’avvoltoio. Sulla scorta della contaminazione fra Rap, letteratura e saggistica, Murubutu intraprende un progetto solista, interamente dedicato allo storytelling, che lo porta a realizzare due album: Il giovane Mariani e altri racconti nel 2009 e La bellissima Giulietta e il suo povero padre grafomane nel 2011. Il primo album si caratterizza da subito con una forte struttura narrativa su cui rimane intensa l’attenzione allo stile. L’esperienza maturata rispetto a giochi linguistici, tecnica metrica e flusso si sposa con la volontà di raccontare storie ispirate ad ambientazioni fortemente connotate e personaggi esemplari (un centurione romano, un barbone parigino, una staffetta partigiana e addirittura Gesù Cristo redivivo). Se da un lato è un lavoro che si richiama alla scena Hip Hop italiana per sonorità ed espressività, dall’altro è forte la tensione verso una spregiudicata innovazione contenutistica. Nel secondo album la concentrazione sull’aspetto narrativo aumenta e caratterizza il lavoro con una forte curvatura cantautorale e accenti poetici; si tratta sempre di una raccolta di racconti (la storia di un giovane terrorista, un Artista tossicodipendente, un esploratore del XV° secolo, Ercole e le sue dodici fatiche….) il cui comun denominatore è esprimere la continua dialettica fra individuo e contesto al fine di valorizzare le possibilità di immedesimazione dell’ascoltatore. Negli album di Murubutu si riconosce la volontà di proporre un Rap italiano che veicoli contenuti prossimi al cantautorato emancipandolo da genere per soli adolescenti.