Terapia è il nuovo concept album di Picciotto. In Terapia i personaggi cupi e il confine tra disagio e riscatto precedentemente narrato lascia spazio ad una maggiore versatilità musicale collegando vari stati d’animo emotivi dell’essere umano. Un viaggio terapeutico che comincia con l’Illusione di Picciotto e di tutti quei suoi coetanei che hanno creduto, e ancora credono, in un mondo migliore. Un amarcord dal sapore amaro che ripercorre l’adolescenza spensierata e la mischia a una brusca presa di coscienza che implica responsabilità alle quali non si sfugge confrontandola con l’alienante realtà odierna. Il mood dell’album cambia attraversando il new soul di Come Stai, cartolina di chi non riesce a divertirsi e di quanto sia poco autentica la rituale domanda di ogni incontro; la traccia, prodotta da Naiupoche ha il suo “epilogo jump” grazie agli scratch di Dj Delta vincitore del Red Bull Contest nazionale 2017. La dipendenza da social e il vuoto politico viene invece ironicamente trattato in Hashtag la Victoria in una combo tutta sicula con gli Shakalab e Roy Paci. L’amore per la propria “ombra a colori” si evince in Capitale cartolina sonora prodotta da Gheesa, dedicata a Palermo e già premiata come “inno di Palermo Capitale della Cultura 2018” e giusto per non essere campanilisti subito dopo su produzione a quattro mani di Bonnot & Naiupoche arriva l’arabeggiante Come non ho fatto mai, brano che invita all’accoglienza e il cui videoclip è stato girato nel nord del Libano lo scorso maggio, nei campi profughi palestinesi di Beddawi e Tripoli. Parlando d’intercultura arriva Oshadogan, un elettro-reggae interamente suonato da GenteStranaPosse (Paolo Gurgone al basso, Marco N’Hash alle chitarre, Luca Rinaudo ai synth e Francesco Bonaccorso alla batteria) e impreziosito dai cori di Simona Boo che vuole smontare il concetto di paura del diverso e prende il titolo dal primo giocatore di colore ad aver vestito la maglia della nazionale italiana di calcio. A metà disco si cambia marcia, iniziando a percorre la strada della rabbia e di amare riflessioni espresse in Lividi dove Picciotto, O’Zulù e Davide Shorty su produzione di Bonnot, partono raccontando le ultime ore di Stefano Cucchi, auspicando una storia da ripetere inversamente a ciò che sono le ultime tendenze razziste, ipocrite e impunite, facendo monito e allo stesso tempo “minacciando” il “potrebbe succedere ancora”. Uno storytelling “d’amore partigiano” su violini, synth e armonica prodotti dal duo Naiupoche & N’Hash dove Picciotto, accompagnato nuovamente da Simona Boo, si avvicina al cantautorato è Ancora Vive, brano che invita le nuove generazioni a conservare la memoria. Si continua con D’amore e d’accordi, brano trap dedicato a tutti i musicisti che non ce l’hanno fatta ma continuano ad alimentare l’esigenza di fare musica. Così si arriva al “tormentone” dell’album nonché di tante generazioni: il Cosa farò Da Grande ironicamente cantato in una sorta di “rap neomelodico”con la collaborazione di Enzo Savastano, autore di hit come una canzone indie e pomeriggi che sanno di Barbara dedicata alla conduttrice Barbara D’Urso. L’album si conclude con il trend del Sogno e dell’Incubo che ritorna nelle ultime tracce. Una sfida dove i due stati giungono ad uno scontro: quando il sogno parla a chi ha smesso di credergli invitandolo a venirsi incontro e la realtà ti sveglia seducendoti con l’incubo reale, dove la dolcezza del cantato si contrappone a tre strofe serrate di rap hardcore. Il “Colloquio” tra le parti di se, il bianco e il nero, il bene e il male che ognuno di noi prima o poi combatte, arriva subito dopo prodotta da Dj Spike che mischia i suoni elettronici a quelli suonati da GSP. L’ultimo brano, sempre prodotto da Gheesa, la Terapia Popolare che Picciotto si auspica per ogni essere umano è un invito ad ogni essere umano al confronto e a mettersi continuamente in discussione. Terapia è un disco fatto di canzoni. Dove il rap si mischia ai cantati e il rock alla trap, in un nuovo equilibrio sorretto dalla continuità dei contenuti nei testi. L’album è stato interamente registrato e mixato da Luca Rinaudo aka Naiupoche allo Zeit Studio di Palermo e masterizzato da Walter Bonanno aka Bonnot, che ha curato anche parte degli arrangiamenti, al Bonnot Studio di Viareggio.

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