Aware è il titolo del primo Lp della band bolognese Youvoid, attiva dal 2011 e che segue la pubblicazione dell’Ep Nowhere, autoprodotto (2013).
Il disco, scritto tra il 2013 ed il 2015, vede come compositori Fabio Rossi (musica) e Lydia Pisani (testi), con il contributo agli arrangiamenti di Pierfrancesco Patrisso (chitarra) ed Alessandro Gnudi (basso), la collaborazione esterna di Fabio Resta (Meraklija ensemble, Sofya ensemble, Tarab ensemble) alla batteria e Massimiliano Gallo (Proteus 911, Eco Nuel) al violino.
La scelta del titolo, estratto dal brano che apre il disco, ha una doppia valenza: racchiude la sintesi di una consapevolezza personale ma anche condivisa, dove la musica diventa il mezzo per esprimere questo processo, coinvolgendo la band in primis e poi l’ascoltatore in una sorta di Solutio Alchemica.
Le tematiche dei brani affrontano argomenti essenziali: l’esistenza di un’Anima e la sua sopravvivenza dopo morte (Aware, A Prayer of Flying Souls), il mistero di una forza che dà vita e sostiene il creato (Ghost Flower), la libertà (I’m not Free), l’Amore (Feblee), il lato/ombra junghiano ed il sogno (The Stranger), le trappole costruite da dinamiche psicologiche interpersonali che limitano la libertà di essere sé stessi fino in fondo (In the Wood, Wise Girl), la constatazione del “pericolo” a cui va incontro chi decide di avvicinarsi a quello spazio interiore (In the Wood, The Tower), che già, nel precedente ep Nowhere, appariva come “un non luogo” senza sentieri, un labirinto in cui perdersi, cercando di condurre l’ascoltatore a ritroso, fino alla domanda che innesca l’intero processo: «What remains, of happy days?».
Lo spazio interiore di Nowhere, qui viene attraversato, esplorato e da “labirinto di pensieri” («Nowhere, i’m lost/I’m dancing in the maze of my thoughts») si trasforma in esperienza vissuta e filtrata dalla percezione che qualcosa di più grande e misterioso è all’opera dentro ogni uomo.
Il disco è stato composto a più riprese, si è scelto di continuare ad utilizzare suoni elettronici ma di inserire anche sonorità acustiche, quasi a lasciare “aperta una porta” e la libertà di utilizzare la forma canzone in un modo più semplice e diretto (Feeble), rimarcando lo stile della band, che tende a scegliere una sorta di minimalismo negli arrangiamenti e nella costruzione delle melodie; nella maggior parte dei brani, la voce di Lydia si alterna a quella di Fabio, che spesso contro canta le melodie e diventa vera e propria protagonista in In the Wood e poi in The Stranger e Wise Girl, in cui improvvisa un cantato a tratti hip hop; mentre la chitarra di Pierfrancesco è sempre sussurrata, non volendo prevale mai sulle melodie ma appoggiando i ritmi più incalzanti di basso, synth e tastiere, in un gioco speculare pieno/vuoto, che è la caratteristica concettuale espressa nel nome stesso della band.
Youvoid è un progetto che nasce nel Giugno 2011, a Bologna, dall’incontro di Fabio Rossi e Lydia Pisani. Le composizioni nascono a casa, davanti ad una batteria elettronica, sulle idee musicali di Fabio e le linee vocali di Lydia.
Dopo un periodo di prove e ri-arrangiamenti, gli Youvoid registrano il loro primo EP, Nowhere (pubblicato auto-prodotto a maggio 2013) registrato da Enrico Capalbo (basso) e mixato da Michele Postpischl (Ofeliadorme) presso Soporoco Studio. Tra il 2013 e il 2014 entrano a far parte della band Pierfrancesco Patrisso (chitarra) e Alessandro Gnudi (basso). Ad Aprile 2014, la band viene selezionata per suonare alle semifinali del contest regionale “Arezzo Wave Emilia Romagna”, presso Bevitori Longevi (Forlimpopoli).
Intanto Fabio inizia a comporre e definire i nuovi brani del futuro Lp mentre Lydia si dedica per il secondo anno allo studio del “Belcanto” lirico privatamente ed entra a far parte del coro gregoriano “Flatus Cordis” diretto dall’insegnante Federica di Leonardo; nello stesso periodo scrive i testi e le parti vocali del nuovo disco Aware che verrà registrato nei mesi estivi del 2015 da Michele Postpischl presso l’Audio Line Studio di Casalecchio di Reno (BO).
La scelta del nome nacque una sera d’inverno, mentre si discuteva sul processo creativo che si innesca quando si compone un brano o si scrive un testo. La sensazione di “annullare” (to void in inglese) il proprio “ego”, per lasciare spazio al fluire delle emozioni e all’intuizione creativa, era l’idea principale a cui Lydia si ispirava, poi per un gioco di parole, Fabio suggerì il nome Youvoid.